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Per i trattamenti antitarlo, si possono usare svariate sostanze, che possono risultare più o meno efficaci, a seconda delle esigenze. Tra di esse c’è anche la trementina, una resina vegetale che viene impiegata in tal senso in situazioni in cui la struttura lignea attaccata non sia ancora compromessa gravemente.
Cos’è la trementina
La trementina è una resina vegetale estratta dal tronco delle Pinacee, alberi appartenenti alla famiglia dei pinophyta mediante delle incisioni che vengono praticate sulla loro corteccia. Il taglio in questione può essere inflitto sia nel durame della pianta morta che sul tronco di quella viva. Volatile, fluida ed oleosa, la trementina si compone nel caso del pino mediterraneo (la pianta comunemente usata) di α-pinene (95%), sesquiterpeni (3-4%) e DL-bornilacetato.
La commercializzazione di questo prodotto, sospinto dalla sua eccellente versatilità, iniziò già nei primi decenni del diciottesimo secolo.
L’essenza di trementina
Tra i tanti usi cui è destinata la trementina, c’è anche quello di solvente, una qualità che viene sfruttata nel settore delle industrie che producono vernice, nonostante la sempre più larga diffusione di solventi a base di idrocarburi. In questo caso si utilizza l’essenza di trementina, conosciuta anche come “spirito di trementina“, una sostanza liquida che si ricava tramite distillazione e che può essere la soluzione ideale per un largo numero di impieghi.
Nei trattamenti antitarlo, ovvero destinati a combattere gli insetti che si nutrono di legno, si utilizza prima del procedimento inumidendo uno straccio da passare sulla superficie, in modo da eliminare i residui di cera o di altro genere rimasti dopo la manutenzione ordinaria.
A cosa serve la trementina?
Se gli utilizzi generici che vedono l’impiego di trementina sono quelli per la produzione di saponi, vernici, colle per adesivi, inchiostri, lubrificanti, ceralacca e per molto altro ancora, pochi sanno come essa sia utilizzata anche negli eventi che caratterizzano l’elezione del nuovo pontefice. In particolare la Colofonia, una resina vegetale di colore giallo che si ottiene dai residui della distillazione della trementina, viene usata insieme ad altri componenti, in modo da far bruciare le cartelle delle elezioni del Vaticano all’interno della stufa della Cappella Sistina.
In passato veniva anche usata al fine di preparare le maschere che erano indossate dagli attori teatrali durante le loro recite, un uso terminato con la dismissione delle stesse.
Trementina come antitarlo
Se ormai è largamente invalsa la tendenza di usare la permetrina per rimuovere i tarli, un potente insetticida che è in grado di eliminare gli insetti xilofagi anche nei più reconditi nascondigli all’interno della struttura attaccata, in alcuni casi, ovvero quando il problema non è grave e la situazione non compromessa, è possibile combattere questo problema anche usando la trementina.
Trementina: dove si compra e qual è il costo
La trementina ed i suoi derivati sono articoli molto diffusi, proprio per la versatilità dimostrata, e si possono senz’altro acquistare in qualsiasi negozio per il Fai Da Te che sia ben fornito. Anche le colorerie, almeno alcune, la commercializzavano sino a qualche anno fa, ma per poterlo fare dovevano disporre della stessa licenza rilasciata alle profumerie, proprio perché la sostanza rientrava in questa categoria. .
È invece possibile acquistare questo genere di prodotti anche online, ove è facilmente reperibile, spesso a prezzi estremamente contenuti. Il costo della trementina va infatti ad aggirarsi intorno ai dieci euro per ogni litro di prodotto.
Occorre fare molta attenzione agli effetti secondari
Va anche ricordato come in alcune occasioni, l’uso della trementina in funzione di antitarlo possa avere effetti indesiderati, come secchezza delle fauci, giramenti di testa, senso di euforia, brachicardia e altri che potrebbero consigliare il ricorso ad un medico. Proprio per questo motivo, andrebbe usata con una certa prudenza e all’ìnterno di ambienti ben aerati, mentre la struttura trattata dovrebbe essere lasciata di asciugarsi per non meno di 12 ore (meglio se 24).