Ammoniaca come antitarlo: come eliminare tarli legno con l’ammoniaca

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Ammoniaca

Combattere i tarli è assolutamente possibile e per poterlo fare si può optare tra prodotti industriali presenti in commercio e rimedi naturali. Va inoltre rilevato come siano in molti a segnalare l’efficacia dell’ammoniaca nell’ambito di trattamenti anossici, ovvero quelli in cui si deve dare vita alla sottrazione di ossigeno, creando quindi un ambiente impossibile per il ciclo vitale degli insetti xilofagi. Qual’è la verità?

Cos’è l’ammoniaca

L’ammoniaca (NH3) è un gas incolore tossico, che si caratterizza per l’odore estremamente pungente ed è solubile in acqua. E’ fondamentale nel ciclo del ricambio chimico del suolo, in quanto provvede a fornire l’azoto, uno dei tre elementi nutrizionali principali delle piante e degli animali. L’80% dell’ammoniaca prodotta dall’uomo viene utilizzata in qualità di fertilizzante, mentre il rimanente trova impiego nella produzione di fibre sintetiche, plastica, esplosivi e prodotti detergenti.

L’ammoniaca viene prodotta in maniera del tutto naturale dall’organismo umano, da organi e tessuti oppure da parte dei batteri che proliferano nel nostro intestino. Elemento chiave nel metabolismo dei mammiferi, riveste anche un ruolo essenziale nella regolazione dell’equilibrio acido-base e nella biosintesi di purine, pirimidine e aminoacidi non essenziali.

Tra le sue principali caratteristiche va ricordato anche il potere corrosivo e l’estrema tossicità, soprattutto in caso di contatto diretto con gli occhi, la pelle, la bocca o i tratti respiratori. Per diventare tossica, la sua assunzione deve però superare la capacità di smaltimento, che si verifica quando l’esposizione superi i 200 milligrammi per ogni chilogrammo di peso corporeo.

L’ammoniaca nei trattamenti antitarlo

Pur essendo molto tossica, l’ammoniaca è facilmente reperibile in commercio. Proprio questa facile reperibilità e le sue riconosciute doti di antitarlo, spingono molto per la sua utilizzazione nei trattamenti di disinfestazione del legno dagli insetti xilofagi.

Occorre però ricordare a questo punto che in tale veste presenta una controindicazione di non poco conto: il suo impiego, infatti, potrebbe condurre ad un irrimediabile deterioramento del legno trattato. Un limite che dovrebbe spingere a riflettere attentamente prima di adottarla.

L’ammoniaca, infatti, viene utilizzata anche nei procedimenti tesi ad invecchiare i mobili, proprio per le sue ormai riconosciute capacità di agire in concerto con le sostanze naturalmente presenti in alcuni tipi di legno. Proprio questo motivo sarebbe meglio controllare preventivamente se essa sia compatibile con il nostro mobile.

Per quanto concerne invece le modalità di intervento, la procedura non è particolarmente complicata. In pratica si deve fare in modo da creare una sorta di camera a gas e per poterlo fare è necessario cercare di dare vita ad un’intelaiatura al centro della quale occorre piazzare il legno su cui si intende esercitare il trattamento. Sotto l’intelaiatura deve poi essere piazzata una vaschetta contenente ammoniaca pura per poi ricoprire il tutto con un foglio di nylon, cercando di sigillare totalmente ogni fessura.

Di norma l’ammoniaca dovrebbe essere lasciata decantare per una intera giornata ove l’operazione venga svolta nel corso dell’inverno. Nel caso invece si opti per la stagione calda, possono bastare poche ore. Allo stesso tempo si consiglia di dotarsi di mascherina e guanti in vista della procedura, proprio in considerazione della tossicità messa in mostra dall’ammoniaca.

Gli svantaggi

La procedura appena descritta è in effetti estremamente diffusa e molto raccomandata da chi l’ha già effettuata. Va però ricordato come essa presenti in effetti due svantaggi: il primo è quello che abbiamo già ricordato, derivante dall’interazione dell’ammoniaca con le sostanze del legno, tale da poter infine sfociare in cambiamenti drastici nell’aspetto del mobile.
Il secondo deriva invece dal fatto che nel caso non si riesca a smontare il mobile nel modo migliore, i vapori di ammoniaca non potranno essere in grado di raggiungere la profondità del legno e quindi l’efficacia contro i tarli, che sono soliti rifugiarsi negli anfratti più nascosti, risulterà molto limitata.

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